lunedì 1 settembre 2025

La pelle di Achille

Nella serie Netflix "Troy. La caduta di Troia" , bella dal punto di vista spettacolare, parecchi eroi omerici sono interpretati da attori di colore. Oltre a Giove, Achille, Patroclo e tutti i mirmidoni anche se originari della Grecia del Nord,  sono neri. Nel campo troiano Enea è nero e le amazzoni sono sia bionde che nere. Si parla anche di una serie di tunnel tra Troia e la Cilincia che, se si guarda la cartina, è distante oltre 700 km, evidente boiata.


Ma torniamo agli attori neri che recitano nelle serie fantasy e storiche. 
Come medico so che le razze umane non esistono, in biologia se ci si può accoppiare ed avere figli fertili si è della stessa razza, il colore della pelle e i tratti somatici sono irrilevanti per l'intelligenza e le capacità.
Ma il razzismo esiste, perchè esistono culture diverse e se qualcuno fomenta i conflitti il colore della pelle, dei capelli e i tratti somatici sono visti come una specie di divisa, un mezzo per individuare il nemico. Tanti soffiano sul fuoco del razzismo.
Gli attori neri in ruoli improbabili vogliono farci credere che il razzismo non esista e servono per accalappiare spettatori provenienti da vari gruppi etnici. Non è inclusività, è una narrazione falsa e americanizzata alla Storia.
Così si tradisce  l'Iliade e l'Odissea. Avrebbero dovuto rappresentare i greci con vari caratteri somatici europei, dall'europeo centrale al mediterraneo, e i troiani con caratteri somatici mediterranei ma più marcatamente mediorientali.  
Ma allora la storia avrebbe ricordato l'invasione dell'Iraq, una guerra motivata dalle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, ma che aveva invece obiettivi di dominio economico e geopolitico. Neanche la guerra di Troia fu fatta per una questione di corna, ma per distruggere la città di Troia che dominava uno snodo commerciale tra occidente e oriente, tra Mediterraneo e Mar Nero, e imponeva pedaggi a navi e carovane.
Elena forse non era neanche così bella, certo non tanto da giustificare una guerra. Era una scusa e forse non è mai esistita.   

Marco Bonafede

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