<omissis >
<omissis >
<omissis >
Alla cortese attenzione della Dr.ssa Giovanna Volo
Assessore della Salute della Regione Siciliana
Piazza Ottavio Ziino, 24 90145 PA
Italia
assessorato.salute@certmail.regione.sicilia.it
Oggetto: mancato riconoscimento
del diritto al TFR per il servizio militare.
Le scrivo perché da oltre 2 anni
ho aperto un contenzioso con l’ASP6 e con l’INPS di Palermo, per il mancato
riconoscimento del mio TFS.
Ritengo che miei problemi con
l’ASP6 siano da ricondurre anche alle mie proteste per il malgoverno e il
regime gerarchico che ha caratterizzato il settore della Psichiatria di
Palermo, che nella gestione del Modulo Dipartimentale di Cefalù ha raggiunto
livelli inaccettabili, con una situazione di malessere che mi ha portato ad
andare in pensione anticipatamente.
Le accludo la documentazione
essenziale, comprese la denuncia che ho presentato all’Autorità
Giudiziaria, nella quale ho però omesso
i nomi dei responsabili perché temo la normativa sulla privacy, che è a mio
parere è diventata un scudo di impunità per burocrati e dirigenti.
Se lei dovesse ritenere necessario
avviare un’azione ispettiva posso fornire i documenti privi di omissis e con
l’indicazione delle precise responsabilità personali di dipendenti ASP6.
Per quel che riguarda la
questione TFS ho invece ritenuto opportuno non apporre omissis per consentire
un rapido esame del problema.
Sono nella condizione in cui la
tutela per le vie legali del mio diritto sarebbe talmente onerosa da essere
antieconomica; d’altro canto mi ripugna farmi privare del TFS che mi spetta per
un anno intero in divisa come militare di leva, anno molto più pesante e
impegnativo di un anno di lavoro.
Sul sito dell’assessorato ho
trovato il titolo di un suo testo:
“L’intelligenza etica come leva e
strumento per il governo delle persone e per il benessere nel lavoro”. Spero
dunque in un suo intervento.
Cefalù 13/10/2024 Cordiali saluti
Marco Bonafede
Dr. Marco Bonafede
<omissis >
<omissis >
Alla cortese attenzione della Dott.ssa
<omissis nome> <omissis funzione> dell'Azienda
Sanitaria Provinciale di Palermo
direzionegenerale@pec.asppalermo.org
e
pc all’avv. <omissis nome>
<omissis funzione> dellaU.O.S. Contenzioso del Lavoro contenziosolavoro.pec@asppa.it
Oggetto: mancato riconoscimento TFR servizio militare del DR. Marco Bonafede nato a Cefalù il 23/01/59 ed ivi residente in <omissis funzione>.
Le scrivo inviando una copia per conoscenza all'Ufficio Legale dell’ASP6 affinché codesto Ufficio la renda edotta sulle conseguenze legali di una sua mancata risposta.
Sono in pensione dal 1 febbraio 2022 e ho scoperto successivamente (PEC dell’INPS a firma di <omissis nome>, allegato B ) che gli uffici dell'ASP6 non avevano comunicato all'INPS il mio diritto al TFR relativo al servizio militare.
Scrive l’INPS:
“Affinché
ciò sia possibile, tuttavia, è necessario che la sua Amministrazione di
appartenenza specifichi qual è l'entità del beneficio a lei spettante, nonché
la legge relativa al beneficio stesso. Cosa che, con l'inoltro del
mod. 350/p
in data 02/12/2021, non è stata fatta.”
Il vostro dipendente <omissis nome> nel negare il mio diritto scrive “trattamento pensionistico ovvero di quiescenza” ( Allegato A) ignorando che per trattamento di quiescenza si intende “trattamento pensionistico e trattamento di fine rapporto” come si può vedere in ogni vocabolario giuridico e nell’Enciclopedia Treccani di cui riporto la definizione:
Trattamento di q.
(e andare, essere in q.), nel linguaggio amministr., attribuito
al dipendente di ruolo collocato a riposo, e consistente nella pensione e nel
trattamento di fine rapporto (comunem. chiamato liquidazione)
commisurati all’anzianità.
Rilevo che quando ero ancora dipendente dell'ASP6 avevo protestato per l'inefficienza e incompetenza dell’impiegato in questione e avevo chiesto provvedimenti disciplinari a suo carico che il dirigente pro tempore non aveva ritenuto di prendere. ( Allegato B)
Lo stesso impiegato sembra adesso non essere al corrente delle norme che regolano il TFR per gli anni di servizio militare, causandomi un danno economico di svariate migliaia di euro.
Ricordo che tale riscatto, chiamato computo del
servizio militare ai fini del TFS, può essere richiesto in modo gratuito
soltanto in due ipotesi:
1) nel caso che
il servizio militare fosse in corso o successivo al 30 gennaio 1987 (e che
quindi, il congedo sia avvenuto dopo tale data)
2) nel caso che il servizio di leva sia stato prestato prima del 30 gennaio
1987 ma in costanza di servizio o nomina.
Ho svolto il servizio
di leva dal 23/04/86 al 08/04/87 e
quindi rientro pienamente nel caso 1 ( allegato B)
https://www.money.it/riscatto-servizio-militare-quando-come-perche-conviene
Sempre nell’allegato B è presente il riconoscimento del servizio militare ai fini della quiescenza da parte dell’Inpdap in data 03/03/03 comunicato anche all’ASL6.
Se non saranno presi provvedimenti la responsabilità civile del danno nei miei confronti ricade in primo luogo sull'ASP6, che potrà rivalersi sull'impiegato in questione e sui dirigenti che hanno avallato nel tempo il suo operato.
Rilevo infine la sciatteria amministrativa di un dirigente che firma, unitamente all'impiegato in questione, la lettera che ho ricevuto con uno scarabocchio e un timbro anonimo.
Diffido dunque l'Ente che lei rappresenta legalmente a provvedere a comunicare all'INPS, entro il termine di un mese, il mio diritto al TFR per il servizio militare.
Cefalù 24/10/22 distinti saluti
Dr. Marco Bonafede
Allegati
A: Lettera a firma <omissis nome> e sconosciuto del 20 luglio 2022
B: raccolta di documenti inerenti TFS Bonafede
DENUNCIA - QUERELA
All’Autorità Giudiziaria competente tramite il Commissariato
di Cefalù
SEDE
Il sottoscritto Dr. Marco Bonafede nato a <<Omissis>> il <<Omissis>> ed ivi residente in
via <<Omissis>>, tel. <<Omissis>> espone
quanto segue:
- Sono andato in pensione in data 01/02/22
avendo presentato domanda di pensionamento in data 25/03/21.
- Sto avendo una grave difficoltà nel risolvere
alcune questioni legate al Trattamento di fine rapporto (Allegato 1, fogli 16)
che a questo punto considero la continuazione di un comportamento lesivo nei
miei confronti che si è protratto oltre il mio pensionamento.
Sono andato in pensione anticipata per
il clima di ostilità, con ripetute minacce di provvedimenti disciplinari nei
miei confronti, che ho vissuto a seguito della segnalazioni da me fatte di
numerose incongruenze ed inefficienze del Dipartimento di Salute Mentale di
Cefalù e del suo reparto ospedaliero (SPDC).
Di una parte di queste segnalazioni conservo
le copie e si riferiscono ad un arco di parecchi anni (Allegato 2, fogli 5) ma
alcune sono particolarmente gravi (Allegato 3, fogli 11) e si riferiscono a
episodi avvenuti nel periodo della Pandemia.
In data 27/03/20 segnalai all’ASP6 un errore
metodologico dell’allora <<Omissis
Funzione>> dell’Ospedale Giglio
di Cefalù, che non coinvolse il reparto di Psichiatria nella preparazione
all’imminente pandemia, e segnalai anche la completa e pluriennale assenza sul
piano della presenza fisica, del lavoro clinico e dirigenziale del <<Omissis Funzione>> Dr./Dott.ssa <<Omissis
cognome>> . Chiedevo
esplicitamente che Dr./Dott.ssa
<<Omissis cognome >> fosse sollevato/a dall’incarico.
A tale segnalazione non c’è stata alcuna
replica.
Inoltre in occasione dell’inizio della
campagna vaccinale contro il Covid-19, in data 04/01/21, ho protestato contro
il mancato inserimento del personale della Psichiatria di Cefalù nelle
vaccinazioni presso l’Ospedale Giglio, segnalando la questione ai NAS tramite i
CC di Cefalù.
Hanno cominciato a vaccinarci il pomeriggio
stesso della mia denuncia - e ritengo a causa di essa - ma il 10/02/21 ho
ricevuto una lettera da parte del <<Omissis
cognome >> e del - <<Omissis Funzione>> <<Omissis
cognome >>) piena di false ricostruzioni
e per certi versi goffamente offensiva nei miei confronti, in cui mi si
diffidava per il futuro di rivolgermi all’Autorità Giudiziaria, diffida che
ritengo incompatibile coi miei Diritti Costituzionali.
Il testo sosteneva che tutto il personale
della Psichiatria era stato vaccinato il giorno 4 gennaio 2021, ma ciò è falso,
e persino in contraddizione con un comunicato della Fondazione Giglio.
Il testo è stato spedito anche alla Fondazione Giglio i cui
legali potrebbero averlo presentato all’Autorità Giudiziaria nel corso
dell’inchiesta successiva all’esposto da me presentato. La Fondazione era
consapevole (i registri vaccinali possono confermarlo) della falsità di quanto
attestato da <<Omissis cognome >> e <<Omissis cognome>>-.
L’incontestabile impegno successivamente profuso dalla
Fondazione nella campagna vaccinale, che ha poi vaccinato anche
medici di famiglia e soggetti fragili, ritengo, con immodestia, che
sia anche una conseguenza del mio esposto.
Di queste questioni era sicuramente al
corrente il <<Omissis Funzione>> dell’ASP6 Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>>, da me informata per email, che ha ritenuto di non
rispondere ad alcuna mia segnalazione. Devo rilevare la progressione di
carriera del Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>>, nel frattempo divenuti <<Omissis
Funzione>> dell’ASP6, e il fatto che l’ex
<<Omissis Funzione>> del
Giglio sia rientrato in ASP6 con ruoli dirigenziali.
Nell’ignorare le mie segnalazioni il/la
Dr./Dott.ssa<<Omissis cognome>> ha favorito la carriera di questi dirigenti.
Il suo comportamento è corresponsabile di una gestione del Dipartimento di
Salute Mentale di Cefalù che per molti anni, devo dire anche prima della sua
nomina, è stato gestito a distanza, a secondo della volontà del <<Omissis Funzione>> pro tempore. Infatti i medici in servizio e anche quelli
con incarichi di supplenza possono timbrare il cartellino di presenza solo a
Cefalù, mentre pare che i <<Omissis Funzione>> possano farlo anche a Palermo, svolgendo i loro compiti
dirigenziali da lontano. Questo andazzo è giustificato burocraticamente in vari
modi: per esempio i <<Omissis Funzione>> possono acquisire l’incarico ad interim anche per <<Omissis
Funzione>> di Palermo, per cui sulla
carta lavorano di più, ma sempre a Palermo.
Inoltre, mentre un medico che risiede a
Palermo e lavora al Servizio di Psichiatria di Cefalù può timbrare il suo
cartellino solo sul luogo di lavoro, un <<Omissis
Funzione>> può timbrare anche a
Palermo e non so se la percorrenza per Cefalù, le rare volte che vi si reca,
venga inclusa nell’orario di servizio. In buona sostanza ciò comporta per i <<Omissis Funzione>> periferico il vantaggio di eliminare ore di percorrenza
e di risparmiare i costi privati di trasferimento .
Nel corso degli ultimi anni in cui ho prestato
servizio presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di
Cefalù ho apertamente denunciato questo stato di cose e questo mi ha portato a
una situazione di emarginazione.
Più che andare in pensione sono fuggito da un
ambiente aziendale tossico dove ogni scelta era condizionata dall’ interesse
del< <Omissis Funzione>> Dr./Dott.ssa- <<Omissis
cognome>> a svolgere il suo
servizio a Palermo, scegliendo collaboratori organici al suo intento, con la
ovvia e piena consapevolezza del <<Omissis
Funzione>> Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>>- . Alle mie proteste scritte, con richiesta di
provvedimenti disciplinari, nei confronti di Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>> (Allegato 4, fogli 3) non veniva
dato seguito, anzi venivo “punito” con la mancata firma delle ferie. Nella
primavera 2021, avendo protestato per l’accoglimento in reparto di un paziente
di cui non era ancora giunto l’esito del tampone Covid, sono stato anche insultato
sul piano personale dal Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>> alla presenza di una collega. All’insulto ho
deciso di non replicare e di non provare in nessun modo ad attivare un
contenzioso disciplinare che ritenevo inutile, dato il sistema sostanzialmente feudale
che a mio modo di vedere vigeva nella ASP6.
Il protocollo del MSDM7 e dell’SPDC di Cefalù
contiene numerosi ulteriori documenti attestanti le condizioni di difficoltà in
cui mi sono trovato. Per esempio:
- Una direttiva aziendale del Dipartimento di
Salute Mentale di Palermo, durante il periodo della pandemia, faceva obbligo di
ricoverare pazienti provenienti da altre ASP siciliane solo previo parere di
un’infettivologo, figura professionale di difficile reperibilità pratica. Tale
disparità di trattamento tra un paziente per esempio di Tusa (circa 20 km da
Cefalù ma ASP di Messina) e uno di Partinico (circa 100 km da Cefalù ma ASP di
Palermo ) era a mio avviso irrazionale, discriminatoria nei confronti di
pazienti della stessa Regione Siciliana e contraria ai miei doveri
deontologici; mi sono rifiutato di adempiervi, non ricordo se anche in forma
scritta. ( Allegato 5 fogli 2 )
- Ho segnalato all’Autorità Giudiziaria tramite
il Commissariato di Cefalù il caso di un paziente immigrato, ricoverato in TSO
per un’aggressione immotivata a passanti, che avrebbe già compiuto in paesi
africani un omicidio e un tentato omicidio, circostanze di cui non potevo avere
certezza ma mi erano state riferite da un suo connazionale. Il mio intento era quello
di accertare una eventuale elevatissima pericolosità del paziente, in accordo
con i rappresentanti della sua comunità a Palermo. Il mio comportamento è stato
criticato da <<Omissis Funzione>>Dr./Dott.ssa <<Omissis
cognome >> in una nota a me
indirizzata. (Allegato 6 fogli 2 )
Alcuni anni fa c’è stato anche un caso
emblematico. Mi sono accorto e ho segnalato che il servizio di erogazione del
gas era non funzionante e ne ho fatto segnalazione scritta. Il tecnico della
ditta incaricata non ha rilevato alcun guasto ma successivamente è stato
verificato che i canali dell’aria e dell’ossigeno erano scambiati
nell’impianto, cioè quello che doveva erogare ossigeno erogava aria e
viceversa.
L’incapacità del tecnico verosimilmente è
stata taciuta nelle relazioni di servizio e dopo alcuni mesi lo stesso tecnico
tornava in reparto per un altro intervento. Dati i precedenti, come medico di
servizio in reparto in quel momento, ho impedito l’intervento richiedendo
personale adeguato (Allegato 7, fogli 6).
Anche andare in pensione si è rivelato un
calvario. Ho scoperto che mancavano circa 20-30.000 euro di stipendi caricati e
quindi poco meno di 10.000 euro di contributi versati (utili per determinare la
mia retribuzione pensionistica) e ho pregato per mesi <<Omissis Funzione>>, <<Omissis
cognome>>, di rettificare i conteggi. Ho
persino chiesto i conteggi a personale dell’ASP6 di Palermo che mi ha
amichevolmente assistito, fornendo io stesso le cifre al - <<Omissis
cognome>> , che mi ha assicurato
falsamente di averle inserite. Solo alle mie rimostranze è emerso che non
l’aveva fatto e che non avrebbe avuto accesso ai sistemi informatici, cosa
inconcepibile per la sua mansione.
Il Dr./Dott.ssa
<<Omissis cognome>>- all’epoca <<Omissis
Funzione>> del Dipartimento 33 di
Cefalù, si è rifiutato di prendere provvedimenti disciplinari nei confronti del
<<Omissis cognome>>,
che ha successivamente elaborato i documenti per il mio Trattamento di fine
rapporto. Il <<Omissis cognome>> non ha a mio avviso incluso documenti essenziali nel
calcolo del mio TFS.
C’è tra me e l’ASP6 una disputa sulla corretta
interpretazione del termine quiescenza, come di può desumere dagli allegati.
E qui la questione assume connotati
esplicitamente grotteschi, che possono essere riassunti nella pretesa da parte
di impiegati e dirigenti della ASP6 di interpretare a proprio piacimento il
vocabolario della Lingua Italiana. Infatti quiescenza nella lingua italiana,
secondo tutti i vocabolari, significa pensione più Trattamento di fine rapporto
(o servizio) mentre impiegati e dirigenti dell’ASP6 ritengono di avere il
potere di dargli il significato di sola pensione ( Allegato 8 fogli 1 ).
L’impunità burocratica consente ai dirigenti
ASP6, su tali basi, di menomare i diritti di un dipendente. Ritengo che il
comportamento e l’intento persecutorio nei miei confronti risulti evidente
dalla manifesta illogicità delle motivazioni addotte nel negare il mio diritto
al TFS.
Mi riservo di agire in sede civile a fini
risarcitori nei confronti delle persone di cui indico le responsabilità e la
presente denuncia è a tutti gli effetti interruttiva dei termini di
prescrizione.
Mi riservo inoltre di agire in sede civile a
fini risarcitori nei confronti dell’ASP6 di Palermo come Azienda e di suoi
Dirigenti di cui emergeranno eventuali responsabilità per quel che riguarda
l’eventuale omissione dei necessari controlli del clima e delle modalità di
lavoro nel Modulo Dipartimentale della Salute Mentale di Cefalù e la presente
denuncia è a tutti gli effetti interruttiva dei termini di prescrizione.
Chiedo di essere informato delle indagini e
delle determinazioni che assumerà l’Autorità Giudiziaria.
Cefalù
01/12/23
col dovuto rispetto
Dr. Marco
Bonafede
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