Giorgia Meloni e il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano stanno per commettere un crimine culturale: vogliono far passare Il Signore degli Anelli di Tolkien come uno dei testi fondativi della destra. La tesi è talmente ridicola da ricordare una celebre battuta che circolava negli anni passati:
"Lo sai che il nonno di Fini è morto ad Auschwitz?"
"Si, è caduto dalla torretta."
Tolkien non scrisse il suo capolavoro per allietare le serate nei campeggi dei giovani fascisti negli anni 70. Tolkien non fu mai neanche lontanamente attirato dal fascismo e due suoi figli combatterono durante la seconda guerra mondiale contro i nazisti, proprio mentre lui scriveva il suo capolavoro. La compagnia dell'anello è un esempio dell'allenza internazionale per battere le forze del male e agli orchi manca solo l'elemetto delle SS.
Se questa appropriazione indebiata è avvenuta è più un fatto psichiatrico che un fatto culturale: vergognandosi dei crimini dei loro padri, i neofascisti si sono immedesimati negli hobbit (perfetta rappresentazione degli ebrei) e nei vari altri personaggi della alleanza.
Il meccanismo psicologico, secondo la teoria freudiana, è la formazione reattiva, in questo caso dipingersi come vittima essendo in realtà stato carnefice.
Il ministro Sangiuliano sta spendendo circa 250.000 euro per la mostra a Roma Tolkien. Uomo, Professore, Autore. Visti i precedenti, è possibile che il ministro Sangiuliano abbia letto solo il titolo e il retro di copertina del Signore degli Anelli.
Cefalù 15/11/23
Marco Bonafede
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Le immagini hanno solo valore esplicativo
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