venerdì 2 agosto 2019

Il segreto di Montalbano


Camilleri e i due commissari

In "Esercizi di Memoria" Andrea Camilleri rivela di essersi ispirato, per il  personaggio del commissario Montalbano, a un cugino del padre, il commissario di Polizia Carmelo Camilleri.
Camilleri è stato un grande scrittore e può permettersi di rivelare i suoi segreti letterari, come Robert Luis Stevenson rivelò di essersi ispirato a un suo amico per il personaggio di Long John Silver.
Camilleri narra anche la storia di questo zio, costretto alle dimissioni dalla Polizia e successivamente condannato al confino perché aiutò  dei militanti comunisti a sottrarsi alla falsa accusa di terrorismo. Nel 1928 una bomba esplose alla VIII Fiera Campionaria di Milano uccidendo 18 persone e ferendone centinaia, poco prima dell'arrivo del re per l'inaugurazione.
Molto probabilmente la vera matrice della strage fu fascista e fu un tentativo di intimidire re Vittorio Emanuele III spingendolo a un maggiore collaborazione col regime.
Non sapevo di questa strage e mi sono procurato un libro che ne parla: Attentato alla fiera di Carlo Giacchin.


In questo libro ho trovato riferimenti alla rivista Ordine Pubblico che si occupò della vicenda nel 1953 e a Polizia in azione, un libro scritto da Carmelo Camilleri, dove narra le sue esperienze di commissario.  Come per il libro precedente è stato facilissimo trovarlo su ebay.


A parte alcune considerazioni che riflettono problematiche e pregiudizi dell'epoca, per esempio sugli omosessuali, il libro è di facile lettura e avvincente ed è ovvio che Andrea Camilleri lo conosceva. Il capitolo relativo all'attentato della Fiera non fornisce molti particolari sul ruolo del commissario Camilleri,  ma attingendo da varie fonti emerge un intreccio romanzesco.
Uno degli accusati dell'attentato alla Fiera fu Marcello Tranquilli, fratello di Secondo Tranquilli, un importante dirigente comunista che molti anni dopo, con lo pseudonimo di Ignazio Silone, divenne uno dei più importanti scrittori italiani.

Marcello e Secondo Tranquilli

Camilleri procurò ai familiari degli accusati le prove della loro innocenza che furono utilizzate in una campagna di stampa internazionale per smontare le false accuse e salvarli dalla pena di morte. Il ruolo di Camilleri fu scoperto e venne condannato al confino come antifascista.

foto segnaletica di Carmelo Camilleri

Andrea Camilleri non poteva scrivere direttamente dello zio, se non trasfigurandolo in un personaggio letterario, il commissario Montalbano. E' tipico della mentalità siciliana che siano gli zii a diventare dei modelli, e non i padri, troppo ingombranti psicologicamente.
La storia familiare di Camilleri lo ha messo in contatto con due grandi scrittori del secolo passato, il fascista Pirandello, amico della nonna, e l'antifascista Silone. Credo che Camilleri sia stato fortemente influenzato da entrambi.

Pirandello, Camilleri, Silone

Andrea Camilleri parla dello zio Carmelo in una delle sue ultime interviste, pubblicata sul Venerdì di Repubblica del 7 giugno 2019, poco prima della morte avvenuta il 17 luglio.
Mi è sembrato come se volesse saldare un debito di riconoscenza e lasciare un suggerimento.
L'indagine sulla prima strage di stato fascista della storia italiana, è memorabile.  Il commissario Camilleri è un personaggio a tutto tondo, che collaborò col prefetto Mori, si occupò di garantire la sicurezza personale di Mussolini, fu fascista e antifascista, inquisitore e perseguitato: andrebbe raccontato, con un romanzo o con una serie televisiva.
L'ultimo romanzo del commissario Montalbano è pronto da tempo per essere pubblicato dopo la morte dell'autore. Andrea Camilleri ha anticipato che Montalbano non morirà, ma sarà impossibile continuare con le sue inchieste.
Il segreto di Montalbano non è il fatto di essere un personaggio ispirato ad una persona reale, cosa che ha dichiarato l'autore stesso; il segreto di Montalbano è che può rivivere nelle inchieste del commissario Carmelo Camilleri.
Già me lo vedo dire: "Camilleri sono!" 

Marco Bonafede
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