DENUNCIA - QUERELA
All’Autorità Giudiziaria competente tramite il Commissariato
di Cefalù
Il
sottoscritto Dr. Marco Bonafede nato a <<Omissis>> il <<Omissis>> ed ivi residente in via <<Omissis>>, tel. <<Omissis>> espone quanto segue:
-
Sono andato
in pensione in data 01/02/22 avendo presentato domanda di pensionamento in data
25/03/21.
-
Sto avendo
una grave difficoltà nel risolvere alcune questioni legate al Trattamento di
fine rapporto (Allegato 1, fogli 16) che a questo punto considero la
continuazione di un comportamento lesivo nei miei confronti che si è protratto
oltre il mio pensionamento.
Sono andato
in pensione anticipata per il clima di
ostilità, con ripetute minacce di provvedimenti disciplinari nei miei
confronti, che ho vissuto a seguito della segnalazioni da me fatte di numerose
incongruenze ed inefficienze del Dipartimento di Salute Mentale di Cefalù e del
suo reparto ospedaliero (SPDC).
Di una parte
di queste segnalazioni conservo le copie e si riferiscono ad un arco di
parecchi anni (Allegato 2, fogli 5) ma alcune sono particolarmente gravi
(Allegato 3, fogli 11) e si riferiscono a episodi avvenuti nel periodo della
Pandemia.
In data
27/03/20 segnalai all’ASP6 un errore metodologico dell’allora <<Omissis
Funzione>> dell’Ospedale Giglio
di Cefalù, che non coinvolse il reparto di Psichiatria nella preparazione
all’imminente pandemia, e segnalai anche la completa e pluriennale assenza sul
piano della presenza fisica, del lavoro clinico e dirigenziale del <<Omissis
Funzione>> Dr./Dott.ssa <<Omissis
cognome>>
.
Chiedevo esplicitamente che Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome >> fosse
sollevato/a dall’incarico.
A tale
segnalazione non c’è stata alcuna replica.
Inoltre in
occasione dell’inizio della campagna vaccinale contro il Covid-19, in data
04/01/21, ho protestato contro il mancato inserimento del personale della Psichiatria
di Cefalù nelle vaccinazioni presso l’Ospedale Giglio, segnalando la questione
ai NAS tramite i CC di Cefalù.
Hanno
cominciato a vaccinarci il pomeriggio stesso della mia denuncia - e ritengo a
causa di essa - ma il 10/02/21 ho ricevuto una lettera da parte del <<Omissis cognome >> e
del - <<Omissis Funzione>> <<Omissis
cognome >>) piena di false
ricostruzioni e per certi versi goffamente offensiva nei miei confronti, in cui
mi si diffidava per il futuro di rivolgermi all’Autorità Giudiziaria, diffida
che ritengo incompatibile coi miei Diritti Costituzionali.
Il testo
sosteneva che tutto il personale della Psichiatria era stato vaccinato il
giorno 4 gennaio 2021, ma ciò è falso, e persino in contraddizione con un
comunicato della Fondazione Giglio.
Il testo è stato spedito anche alla
Fondazione Giglio i cui legali potrebbero averlo presentato all’Autorità
Giudiziaria nel corso dell’inchiesta successiva all’esposto da me presentato. La
Fondazione era consapevole (i registri vaccinali possono confermarlo) della
falsità di quanto attestato da <<Omissis
cognome >>
e <<Omissis cognome>>-.
L’incontestabile impegno successivamente
profuso dalla Fondazione nella campagna vaccinale, che ha poi vaccinato anche medici di famiglia e soggetti
fragili, ritengo, con immodestia, che
sia anche una conseguenza del mio esposto.
Di queste
questioni era sicuramente al corrente il <<Omissis Funzione>> dell’ASP6 Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>>, da me informata per email, che ha ritenuto di non
rispondere ad alcuna mia segnalazione. Devo rilevare la progressione di
carriera del Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>>, nel frattempo divenuti <<Omissis
Funzione>> dell’ASP6, e il fatto
che l’ex <<Omissis Funzione>> del Giglio sia rientrato in ASP6 con ruoli dirigenziali.
Nell’ignorare
le mie segnalazioni il/la Dr./Dott.ssa<<Omissis cognome>> ha favorito la carriera
di questi dirigenti. Il suo comportamento è corresponsabile di una gestione del
Dipartimento di Salute Mentale di Cefalù che per molti anni, devo dire anche
prima della sua nomina, è stato gestito a distanza, a secondo della
volontà del <<Omissis Funzione>> pro tempore. Infatti i medici in servizio e anche quelli
con incarichi di supplenza possono timbrare il cartellino di presenza solo a
Cefalù, mentre pare che i <<Omissis Funzione>> possano farlo anche a Palermo, svolgendo i loro compiti
dirigenziali da lontano. Questo andazzo è giustificato burocraticamente in vari
modi: per esempio i <<Omissis
Funzione>> possono acquisire
l’incarico ad interim anche per <<Omissis Funzione>> di Palermo, per cui sulla carta lavorano di più, ma
sempre a Palermo.
Inoltre,
mentre un medico che risiede a Palermo e lavora al Servizio di Psichiatria di
Cefalù può timbrare il suo cartellino solo sul luogo di lavoro, un <<Omissis
Funzione>> può timbrare anche a
Palermo e non so se la percorrenza per Cefalù, le rare volte che vi si reca,
venga inclusa nell’orario di servizio. In buona sostanza ciò comporta per i <<Omissis
Funzione>> periferico il
vantaggio di eliminare ore di percorrenza e di risparmiare i costi privati di
trasferimento .
Nel corso
degli ultimi anni in cui ho prestato servizio presso il Servizio Psichiatrico
di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di Cefalù ho apertamente denunciato questo
stato di cose e questo mi ha portato a una situazione di emarginazione.
Più che
andare in pensione sono fuggito da un ambiente aziendale tossico dove ogni
scelta era condizionata dall’ interesse del< <Omissis
Funzione>> Dr./Dott.ssa- <<Omissis cognome>> a
svolgere il suo servizio a Palermo, scegliendo collaboratori organici al suo
intento, con la ovvia e piena consapevolezza del <<Omissis
Funzione>> Dr./Dott.ssa
<<Omissis
cognome>>- .
Alle mie proteste scritte, con richiesta di provvedimenti disciplinari, nei
confronti di Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome>> (Allegato 4, fogli 3) non veniva dato seguito, anzi venivo “punito” con la
mancata firma delle ferie. Nella primavera 2021, avendo protestato per
l’accoglimento in reparto di un paziente di cui non era ancora giunto l’esito
del tampone Covid, sono stato anche insultato sul piano personale dal Dr./Dott.ssa
<<Omissis
cognome>>
alla presenza di una collega. All’insulto ho
deciso di non replicare e di non provare in nessun modo ad attivare un
contenzioso disciplinare che ritenevo inutile, dato il sistema sostanzialmente
feudale che a mio modo di vedere vigeva nella ASP6.
Il protocollo
del MSDM7 e dell’SPDC di Cefalù contiene numerosi ulteriori documenti
attestanti le condizioni di difficoltà in cui mi sono trovato. Per esempio:
-
Una
direttiva aziendale del Dipartimento di Salute Mentale di Palermo, durante il
periodo della pandemia, faceva obbligo di ricoverare pazienti provenienti da
altre ASP siciliane solo previo parere di un’infettivologo, figura
professionale di difficile reperibilità pratica. Tale disparità di trattamento
tra un paziente per esempio di Tusa (circa 20 km da Cefalù ma ASP di Messina) e
uno di Partinico (circa 100 km da Cefalù ma ASP di Palermo ) era a mio avviso
irrazionale, discriminatoria nei
confronti di pazienti della stessa Regione Siciliana e contraria ai miei doveri
deontologici; mi sono rifiutato di adempiervi, non ricordo se anche in forma
scritta. ( Allegato 5 fogli 2 )
- Ho segnalato all’Autorità Giudiziaria tramite il Commissariato di Cefalù il caso di un paziente immigrato, ricoverato in TSO per un’aggressione immotivata a passanti, che avrebbe già compiuto in paesi africani un omicidio e un tentato omicidio, circostanze di cui non potevo avere certezza ma mi erano state riferite da un suo connazionale. Il mio intento era quello di accertare una eventuale elevatissima pericolosità del paziente, in accordo con i rappresentanti della sua comunità a Palermo. Il mio comportamento è stato criticato da <<Omissis Funzione>>Dr./Dott.ssa <<Omissis cognome >> in una nota a me indirizzata. (Allegato 6 fogli 2 )
Alcuni anni
fa c’è stato anche un caso emblematico. Mi sono accorto e ho segnalato che il
servizio di erogazione del gas era non funzionante e ne ho fatto segnalazione
scritta. Il tecnico della ditta incaricata non ha rilevato alcun guasto ma
successivamente è stato verificato che i canali dell’aria e dell’ossigeno erano
scambiati nell’impianto, cioè quello che doveva erogare ossigeno erogava aria e
viceversa.
L’incapacità
del tecnico verosimilmente è stata taciuta nelle relazioni di servizio e dopo
alcuni mesi lo stesso tecnico tornava in reparto per un altro intervento. Dati
i precedenti, come medico di servizio in reparto in quel momento, ho impedito
l’intervento richiedendo personale adeguato (Allegato 7, fogli 6).
Anche andare
in pensione si è rivelato un calvario. Ho scoperto che mancavano circa
20-30.000 euro di stipendi caricati e quindi poco meno di 10.000 euro di
contributi versati (utili per determinare la mia retribuzione pensionistica) e ho pregato per mesi <<Omissis Funzione>>, <<Omissis cognome>>, di rettificare i conteggi. Ho persino chiesto i
conteggi a personale dell’ASP6 di Palermo che mi ha amichevolmente assistito,
fornendo io stesso le cifre al - <<Omissis cognome>> ,
che mi ha assicurato falsamente di averle inserite. Solo alle mie rimostranze è
emerso che non l’aveva fatto e che non avrebbe avuto accesso ai sistemi
informatici, cosa inconcepibile per la sua mansione.
Il Dr./Dott.ssa
<<Omissis
cognome>>- all’epoca <<Omissis Funzione>> del Dipartimento
33 di Cefalù, si è rifiutato di prendere provvedimenti disciplinari nei
confronti del <<Omissis
cognome>>, che ha successivamente
elaborato i documenti per il mio Trattamento di fine rapporto. Il <<Omissis
cognome>> non ha a mio avviso
incluso documenti essenziali nel calcolo del mio TFS.
C’è tra me e
l’ASP6 una disputa sulla corretta interpretazione del termine quiescenza, come
di può desumere dagli allegati.
E qui la
questione assume connotati esplicitamente grotteschi, che possono essere
riassunti nella pretesa da parte di impiegati e dirigenti della ASP6 di
interpretare a proprio piacimento il vocabolario della Lingua Italiana. Infatti
quiescenza nella lingua italiana, secondo tutti i vocabolari, significa pensione più Trattamento di fine
rapporto (o servizio) mentre impiegati e dirigenti dell’ASP6 ritengono di avere il potere di dargli il
significato di sola pensione ( Allegato 8 fogli 1 ).
L’impunità
burocratica consente ai dirigenti ASP6, su tali basi, di menomare i diritti di
un dipendente. Ritengo che il comportamento e l’intento persecutorio nei miei
confronti risulti evidente dalla manifesta illogicità delle motivazioni addotte
nel negare il mio diritto al TFS.
Mi riservo di
agire in sede civile a fini risarcitori nei confronti delle persone di cui
indico le responsabilità e la presente denuncia è a tutti gli effetti
interruttiva dei termini di prescrizione.
Mi riservo
inoltre di agire in sede civile a fini risarcitori nei confronti dell’ASP6 di
Palermo come Azienda e di suoi Dirigenti di cui emergeranno eventuali
responsabilità per quel che riguarda l’eventuale omissione dei necessari
controlli del clima e delle modalità di lavoro nel Modulo Dipartimentale della
Salute Mentale di Cefalù e la presente denuncia è a tutti gli effetti
interruttiva dei termini di prescrizione.
Chiedo di
essere informato delle indagini e delle determinazioni che assumerà l’Autorità
Giudiziaria.
Cefalù
01/12/23
col dovuto rispetto
Dr. Marco Bonafede
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