lunedì 1 giugno 2015

Self criticism

Tutti i miei romanzi hanno a che fare col cinema.  
"L'ultima notte di Crowley" è ispirato al classico "Mezzogiorno di fuoco". Al posto dell'eroe morale, lo sceriffo, ho messo l'eroe immorale, Aleister Crowley. Al posto dei pistoleri che vogliono uccidere lo sceriffo ci sono le donne che vogliono celebrare un rito satanico.
Provate a leggere il romanzo e poi guardare il film, troverete molte scene del film che sono state riprese e trasformate.


"Il disertore" è ispirato a "41" (The Forty-First) un film russo sulla guerra civile. La versione di "41" che ho visto è quella del 1956 ( ce ne è un altra girata nel 1927 ); credo di averla vista in televisione, una quarantina di anni fa.
Nel film una ragazza, una tiratrice scelta dell'Armata Rossa, finisce in un'isola deserta con un ufficiale bianco prigioniero. I due si innamorano, ma quando arrivano altri soldati bianchi lui cerca di raggiungerli e lei lo uccide. Il mio romanzo narra di un uomo e di una donna che, nel corso di una guerra, per qualche giorno vivono isolati. E' la stessa storia, da una prospettiva maschile.


"La flotta perduta", scritto all'incirca nel 1990, è ispirato a "Countdown dimensione zero" del 1980, un film che ho visto solo adesso, nel 2015 . Come posso essermi ispirato ad un film che non avevo visto?
Avevo visto il trailer e mi aveva impressionato l'idea di una portaerei che viaggia nel tempo andando nel passato. Normalmente nei romanzi viaggiano nel tempo un singolo individuo o pochi individui, non una portaerei! Così ho scritto una storia in cui una flotta romana viaggia nel tempo andando nel futuro.
Il film l'ho visto alcuni mesi fa su YouTube ed ho scoperto che sia la storia del film che la storia del mio romanzo si concludono con un colpo di scena simile, un rovesciamento di prospettiva sui viaggi nel tempo.


I miei romanzi sono pubblicati in "Self Publishing" e con questo scritto credo di essere arrivato al "Self Criticism", cioè mi faccio la critica letteraria da solo. 
Io me la canto e io me la suono.

Marco Bonafede
proprietà letteraria riservata

lunedì 6 aprile 2015

Cinema e videogiochi: Edge of tomorrow



Edge of tomorrow, uscito nel 2014, è il primo film ispirato all'esperienza dei videogames. Sottotitolo: vivi, muori, ripeti.
Il protagonista, interpretato da Tom Cruise, deve compiere una missione di guerra e se viene ucciso riparte daccapo, finchè, dopo innumerevoli tentativi, non riesce a compiere tutta la missione senza morire.


Venti anni fa questa trama sarebbe statta universalmente considerata idiota, ma oggi l'esperienza "vivi, muori, ripeti" è stata fatta da tutti i giocatori di videogiochi d'avventura e FPS (first person shotter, cioè sparatutto in prima persona).
Ogni videogiocatore è morto migliaia di volte nel gioco e altrettante ha ricominciato a vivere, ripetendo l'esperienza ma con un maggior bagaglio di conoscenze, sapendo cioè cosa lo aspetta nel corso della missione.


Senza videogiochi come Doom, Call of Duty, Halo, Mafia, Assassin creed, solo per citare i più famosi, non sarebbe esistito il film Edge of tomorrow, che non è un capolavoro, ma a modo suo è una pietra miliare nei rapporti tra cinema e videogiochi.

Marco Bonafede
Proprietà letteraria riservata

domenica 1 febbraio 2015

L'ufficiale e la spia


Ho letto un romanzo bellissimo, scritto da uno dei miei autori preferiti: L'ufficiale e la spia, di Robert Harris, pubblicato dalla Mondadori. 
È il racconto dello scandalo Dreyfus dal punto di vista del colonnello Georges Picquart, capo dell'Ufficio Informazioni dello Stato Maggiore francese,  che per primo si rese conto che era stato condannato un innocente sulla base di pregiudizi antisemiti.
Picquart sollevò il problema ma i suoi superiori cercarono  di dissuaderlo, all'inizio bonariamente, dall'andare avanti nelle sue indagini, poi cominciarono ad ostacolarlo, ad intimidirlo, infine a perseguitarlo. Piquart non cedette, non si piegò alla gerarchia, ma non perché fosse un sovversivo o un rivoluzionario, Picquart decise che doveva più rispetto alla verità che ai ministri e ai generali. Decise che doveva fare il suo dovere anche a costo di danneggiare la propria carriera. Fu addirittura cacciato dall'esercito. 
La soluzione del caso Dreyfus fu politica, e avvenne gradualmente con una serie di provvedimenti di grazia. Solo nel 1906 una sentenza della Corte di Cassazione riabilitò Dreyfus. Picquart venne reintegrato nell'esercito francese e successivamente fu nominato Ministro delle Guerra. 
Il regista Roman Polansky girerà un film tratto dal romanzo. Il produttore del film ha dichiarato esplicitamente di essere interessato a fare un film sulla figura di Picquart perché gli ricorda Snowden, il tecnico informatico della  National Security Agency  che ha svelato l'esistenza dei programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e di quello britannico.



Snowden non lo ha fatto per soldi, ma per convinzione: "Ho deciso di sacrificarmi perché la mia coscienza non può più accettare che il governo statunitense violi la privacy, la libertà di Internet e i diritti basilari della gente in tutto il mondo, tramite un immenso meccanismo di sorveglianza costruito in segreto."
Anche io leggendo di Picqart ho pensato a Snowden. È  bello pensare che nei servizi segreti ci possano essere persone che mettono la fedeltà ai principi democratici al di sopra dell'obbedienza alla gerarchia.
Ma essendo italiano avevo in mente anche un altro esempio: il vice questore Pietro Ostuni.


Chi e costui?
È il dirigente della Polizia di Stato che la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 fece rilasciare Karima El Mahroug, su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con la scusa che fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak.
Ostuni sapeva che non era vero e che si trattava, invece, di una diciassettenne marocchina fuggita da una comunità di recupero. Ostuni si fece in quattro per accontentare Berlusconi.
Per i giudici d'appello del processo sullo scandalo Ruby, Berlusconi «non aveva coartato» la volontà di Ostuni e non c'era stata «minaccia implicita» e neppure un ordine illegittimo.
Berlusconi è un uomo molto fortunato se tanti agiscono  nel suo interesse senza che lui ne sia responsabile. Certo, per essere un viveur, è poco fisionomista e  non capisce  se ha a che fare con delle minorenni... eppure è andato  alla festa di compleanno per i 18 anni di una sua amica, dovrebbe avere l'occhio allenato!


Perché ho tirato in ballo Berlusconi? Perché il lettore  italiano del libro di Harris fa guadagnare Berlusconi, proprietario della Mondadori e beneficiario delle azioni di Ostuni, che si è comportato in modo opposto a Picquart.
Ideali e soldi raramente vanno d'accordo, ma l'editoria italiana soffre di qualche contraddizione in più.

Marco Bonafede
proprietà letteraria riservata