Guardi, non ho scelto io di fare l'editore, è stata una richiesta dei miei coinquilini.
Coinquilini?
Si, le persone con cui vivo, la famiglia che mi ha
adottato, o meglio che io onoro con la mia presenza in casa. Sono loro
che mi hanno chiesto di fare l'editore. Io che potevo fare? Potevo dire
di no? Non me la sono sentita di deluderli. Qui me la passo bene, non mi
fanno mancare nulla: coccole, croccantini, scatolette, veterinario.
Posso uscire da casa quando voglio e rientrare quando voglio e quando
partono c'è sempre qualcuno che viene a darmi da mangiare e riempirmi la
ciotola d'acqua.
Quindi lei è diventato editore per gratitudine?
Esattamente. E poi non devo fare assolutamente nulla, fanno tutto loro.
Quindi lei sarebbe solo un prestanome?
Prestanome, che brutta parola, fa pensare a qualcosa di losco! Diciamo che sono un prestatore d'immagine.
Nei primi romanzi spunta il marchio Pisolo Editore. Come mai è stato cambiato in Pisolo Books?
Perchè non siamo ancora una vera azienda...
Non siete una vera azienda?!
Diventeremo una azienda quando cominceremo a
guadagnare. Niente soldi niente azienda. E io non sono un vero editore e
quindi è più giusto chiamarsi con un nome che va più sul vago, come
Pisolo Books. Un'altro dei motivi è che presto pubblicheremo un ebook in
inglese. Ancora non conviene pubblicare ebook in italiano, il mercato
in lingua inglese è almeno 100 volte più importante. Noi abbiamo
registrato due marchi, Pisolo Books e Happy Book. Il secondo è un
marchio collegato ad un'idea, quello di diffondere romanzi gratuiti o
quasi, finanziati con la pubblicità inserita nel testo. Abbiamo proposto
l'idea a varie agenzie pubblicitarie e di distribuzione. -
Come è stata accolta la vostra proposta?
Per dirla elegantemente, sinora non ci ha cagati
nessuno. Ma non disperiamo. Il campo della pubblicità è difficile. Vede,
chi vende pubblicità ha faticato ad accaparrarsi il cliente, non lo
divide facilmente con altri e tende ad indirizzarlo nei settori che
controlla. Le faccio un esempio: se un pubblicitario ha anche un
servizio di affissioni convincerà il suo cliente che non c'è miglior
pubblicità del manifesto, così ci guadagna due volte, una volta
realizzando la pubblicità e una volta facendo l'affissione. Se invece il
pubblicitario ha una radio privata, sa cosa dirà al suo cliente?
Che la radio è il miglior mezzo pubblicitario.
Bravo, funziona proprio così! Non è facile entrare
nel mercato della pubblicità. Oltretutto ci sono questioni anche
politiche, a parità di telespettatori per decenni le aziende italiane
hanno preferito dare pubblicità e soldi a Mediaset rispetto alla Rai, la
storia che la pubblicità è una questione di mercato è una favola.
Quali libri pubblica la Pisolo Books?
Solo libri di Marco Bonafede.
E chi è?
Come chi è? E' uno dei miei coinquilini!
Mi faccia capire: Pisolo Books sarebbe solo un esempio di self publishing?
No. Pisolo Books non vuole dire che Marco Bonafede
si pubblica da solo e basta. Vuol dire che si occupa in prima persona di
tutto quello che è collegato al libro. La Pisolo Books è una casa
editrice per un solo autore.
Praticamente uno scrittore che si pubblica da se.
No, Marco non è uno scrittore e neppure vuole
diventarlo. Al massimo possiamo definirlo un autore di fumetti, di
testi, di articoli, di vignette, di romanzi, di video. Gli vengono in
mente delle storie, parecchie le lascia perdere, alcune non può fare a
meno di scriverle. Non è un artista, semmai è un artigiano della
fantasia.
Può essere un po' più chiaro?
Marco è uno che scrive quando gli va. Non lo fa per
soldi, per fortuna. Vede, dal punto di vista economico risulta un buon
affare scrivere un libro solo molto raramente, una volta su diecimila.
Quindi non si può guadagnare dall'editoria?
E' difficile, molto difficile. La maggior parte di
quelli che si portano dietro l'etichetta di scrittore in realtà vivono
di articoli sui giornali, scrivono di scrittura o fanno gli editor. Però
una storia, se è bella, alla fine qualcosa produrrà, anche dal punto di
vista economico. L'importante è la storia. Puoi chiamarlo romanzo, puoi
chiamarlo fumetto, puoi chiamarlo film, alla fine quella che conta è la
storia.
Quattro vostri libri sono pubblicati da quasi un anno su ilmiolibro.it: quante copie avete venduto?
Zero.
Come zero?
Zero, nessuna. Ma non è importante. Vede,
ilmiolibro.it è solo una vetrina. Sul sito ci vanno solo gli autori e
gli autori non leggono. Marco dice che la più grande rottura di palle di
scrivere è che quando scrivi non leggi.
E la canzone The Big Pig Show?
E' più di un booktrailer. E' una canzone che era
dentro un romanzo, la sigla di un programma televisivo immaginario, ed è
diventata una canzone. Sono due generi artistici che si sono mischiati,
è una novità.
Sicuro che non ci vorrebbe un editore vero?
No, ci vuole un modo per far desiderare i libri ai
lettori. La Pisolo Books produrrà video promozionali. Nessuno ha il
tempo per leggere anche solo un capitolo di un libro, ma tutti hanno un
minuto per guardare un booktrailer. Solo se conosci una cosa puoi
desiderarla. Sciò! non è un romanzo rifiutato dagli editori, Sciò! è un
romanzo che non è mai stato proposto agli editori. Marco pensa che i
normali contratti editoriali siano una schifezza e non intende
accettarne. Questo non significa che sia contro gli editori, ma solo che
non è disposto a farsi sfruttare. In questo momento pensa che il
miglior editore possibile sia il suo gatto. Lui mi chiama il suo gatto,
io lo chiamo il mio umano, o meglio uno dei miei umani.
Ce ne sono altri?
Si, c'è Irene.
E chi sarebbe?
La moglie di Marco. E' lei la proprietaria dei
marchi, lei amministrerà tutto quando la Pisolo Books decollerà.
L'editore, insomma.
Si.
Alla fine c'è sempre un editore!
Si, c'è sempre. Marco dice che l'editore alla fine
ti sfrutta sempre. Tanto vale farsi sfruttare dalla propria moglie.
Marco Bonafede
Cefalù - Gennaio 2012
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