Licenziata una maestra e assolta una capotreno


Il 22 febbraio 2018  a Torino una maestra elementare, Lavinia Cassaro, fu  ripresa da un programma TV mentre urlava insulti e maledizioni ai poliziotti che avevano effettuato una carica contro i manifestanti dei centri sociali, che protestavano per un comizio di Casapound.
Sulle televisioni si  scatenò il finimondo e Renzi, segretario del Partito Democratico e la Ministra dell'Istruzione Fedeli, del Partito Democratico ed ex dirigente della CGIL, invocarono a gran voce una punizione  esemplare. Renzi disse: «Che schifo, una professoressa che augura la morte ai poliziotti andrebbe licenziata su due piedi».

A marzo la maestra è stata sospesa dallo stipendio, e il 7 giugno l'Ufficio Scolastico regionale le ha notificato il licenziamento, nello stesso tempo è stata inquisita per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce.
Minacce? La maestra che urlava ai poliziotti "Dovete morire" è  di origini siciliane e le sue "minacce" andrebbero derubricate a "iastimie" semplici, cioè maledizioni.
Dobbiamo essere equilibrati: se auguro una diarrea a Renzi e alla Fedeli, posso essere accusato di volgarità ma non di istigazione alla guerra batteriologica.


La vera colpa della maestra è stata quella di farsi riprendere, non di avere urlato quelle frasi. Non sapeva, poveretta, che per potere urlare e insultare in video bisogna essere famosi!? Chi si credeva di essere, Sgarbi?!


Per giunta la maestra era senza un filo di trucco e sembrava una strega col cappuccio.


Ecco la stessa maestra  in altre foto. Se la sera della manifestazione si fosse disegnata in viso una stellina e una margherita nessuno l'avrebbe licenziata, perchè la nostra è la civiltà dell'immagine.

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Il 7 agosto 2018  sul treno regionale 2653 da Milano per Cremona e Mantova, una capotreno ha annunciato attraverso gli altoparlanti: «I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. Scendete perché avete rotto. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i coglioni!»
L'episodio viene segnalato da un solo passeggero che viene coperto di insulti su Facebook. Trenord avvia un'inchiesta interna che si è conclusa il 18 agosto 2018 con il ritorno al lavoro della capostazione che non sarà licenziata, ma al massimo avrà una sanzione scritta. 
Che la capotreno non sarebbe stata punita si era capito dalla cura con cui è stata tutelata la sua privacy: di lei nessuno ha potuto conoscere il nome o vedere il viso. Nessun giornale e nessuna rivista hanno pubblicato una sua foto, nessuna immagine è apparsa sulle televisioni e su internet. 
Era un'assoluzione annunciata, come era una condanna annunciata quella della Cassaro.



Ecco cosa ha detto Salvini (nel silenzio assordante di Di Maio) : «La capotreno che ha intimato a rom e zingari di scendere andrebbe premiata, perchè difende il diritto a viaggiare sicuri».
Una capotreno fascista in orario di servizio, cioè in divisa, dopo aver timbrato il cartellino e mentre viene pagata dallo Stato (Trenord è di Trenitalia e della Regione Lombardia, cioè usa soldi pubblici ) può diffondere impunemente tutte le volgarità razziste che vuole.
Una maestra nel suo tempo libero, da privata cittadina, non può urlare la sua protesta, anche se volgare, pena il licenziamento!
Lo stato fascista ti giudica e ti punisce non per quello che fai, ma per le tue opinioni.

Cefalù, settembre 2018
proprietà letteraria riservata
Marco Bonafede

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