Ho visto i primi cinque episodi della terza stagione della Casa di carta, la serie televisiva Netflix spagnola ideata da Álex Pina Calafi.
Uno dei personaggi principali muore in una maniera particolare. Non dico chi muore e nemmeno come, ma improvvisamente ricordo di avere già visto una scena molto simile in un vecchio film sulla resistenza italiana.
Quale? Una piccola ricerca su internet mi permette di individuarlo: Acthung banditi! di Carlo Lizzani, un film in bianco e nero del 1951.
Me lo procuro, lo rivedo e subito emergono delle somiglianze.
Naturalmente nella genesi della serie della Casa di carta ha un ruolo evidente anche V per Vendetta, il fumetto scritto da Alan Moore, che è diventato anche un film del 2005 diretto da James McTeigue.
La maschera di maschera di Guy Fawkes diventa quella di Salvador Dalì, tute rosse da meccanico e il gioco è fatto. Ma i protagonisti della casa di carta sono dei rapinatori, non dei rivoluzionari. Da dove può essere arrivata l'idea della trasformazione?
André Breton criticava l'egocentrismo di Dalì e gli affibbiò il soprannome di Avida Dollars, che è l'anagramma di Salvador Dalì.
Carlo Lizzani - Álex Pina Calafi - Alan Moore
Alpini e investigatori che passano dalla parte dei ribelli
Il film Acthung banditi! fu realizzato tramite una sottoscrizione popolare di azioni e Lizzani fu un regista molto vicino al Partito Comunista Italiano. Non sembra davvero un caso che una delle canzoni usate come sigla della Casa di carta sia "Bella Ciao", una canzone dei partigiani italiani.
Anche La casa di carta e V per vendetta hanno evidenti rapporti con la politica.
Il professore sembra ispirato a Pablo Iglesias Turrión, il leader di Podemos, un partito spagnolo che potremmo definire di sinistra ecologista, mentre il logo del Movimento 5 Stelle nasce dalla fusione della grafica del sistema di valutazione di Amazon ed ebay sommata alla V di Vendetta.
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Marco Bonafede